Fotocamera a telemetro

Viene chiamata fotocamera a telemetro un apparecchio che per la regolazione della messa a fuoco usa un telemetro ottico. Questo è formato da un cilindro con due fori distinti ad una distanza fissa l’uno dall’altro, all’interno del primo foro corrisponde un prisma che riflette l’immagine su uno specchio semi-trasparente posizionato all’interno del secondo foro.

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L’utilizzatore agendo sulla rotazione del prisma fa in modo che le due immagini dell’oggetto composte dallo specchio si sovrappongano. Raggiunta la sovrapposizione, il grado di rotazione del prisma indicherà, tramite una scala, la distanza dell’oggetto.

 

 

 

LA STORIA

La prima fotocamera ad utilizzare questo dispositivo fu la N°3 Autographic Kodak Special, costruita dalla casa Americana nei primi del ‘900.

Consisteva in una fotocamera folding roll film con un rudimentale telemetro sottostante la piastra porta obiettivo. Seguirono la Contax I del 1932, progettata fra gli altri dal direttore tecnico della Zeiss Ikon, il dottor Heinz Kuppelbender e la Leica ll sempre nel 1932, una 35mm con mirino a telemetro accoppiato e obiettivo intercambiabile con innesto a vite 39 (poi divenuto uno standard).

Le fotocamere a telemetro, vengono ancora utilizzate da fotografi professionisti al posto delle SRL in particolari situazioni, soprattutto nella street photography. Proprio la Leica ha fatto di questo sistema un marchio di fabbrica.

Si caratterizzano, inoltre per uno scatto con poche vibrazioni e soprattutto un rumore “sonoro” ovattato, sensibilmente minore di quello delle reflex.

Inoltre hanno uno “shutter lag” (ritardo di scatto), costituito dall’intervallo di tempo che intercorre fra l’istante in cui si preme il pulsante di scatto e quello in cui la pellicola o il sensore rimangono impressionati dalla scena ripresa, molto basso intorno ai 18 millesimi di secondo.

Sono eccezionali per fotografare a teatro o in quelle situazioni in cui non si può creare disturbo.

Sono accoppiate solo da ottiche fisse di piccola focale, infatti non possono per peso e dimensione supportare teleobiettivi o zoom.

La messa a fuoco di una macchina fotografica a telemetro è sfalsata dall’obiettivo di presa, di modo che l’immagine indicata non è esattamente quella che sarà registrata sulla pellicola o sul sensore (parallasse).

Le macchine fotografiche più avanzate hanno adottato un meccanismo che corregge questo tipo di errore.

http://goo.gl/t71kfG

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